We’ve updated our Terms of Use to reflect our new entity name and address. You can review the changes here.
We’ve updated our Terms of Use. You can review the changes here.

Oddities

by Oddities

/
1.
Sure Thing 07:19
2.
Open Key 05:43
3.
4.
Cat Rondo 06:18
5.
Sink into me 09:35
6.
Once I Loved 07:46
7.
Spy District 07:23

about

Sarà perché l’album si apre con un’intrigante altalena arpeggiata sulle sette note del modo dorico di Do (arpeggio che per ragioni troppo lunghe da spiegare mi è molto familiare), ma quando ho ascoltato per la prima volta questi sette pezzi è stato come ritrovarmi in un paesaggio amichevole o addirittura confortevole, rassicurante, vicino casa. Attributi che però, associati alla musica, ormai da generazioni suonano quasi un insulto. Rassicurante? Pacificato? Nella lunga, interminabile stagione del dopo-Adorno termini del genere erano epiteti infamanti per qualsiasi genere musicale. Per qualcuno lo sono ancora, eppure, oggi, è proprio in conseguenza di questa lunga stagione che occorre ricostruire una lingua nuovamente accessibile, che non ripudi, ma anzi metabolizzi e ricomponga le mille devastazioni e illuminazioni attraverso le quali siamo passati nei decenni passati.

Leo Spitzer, il grande critico letterario, un giorno stava alla scrivania immerso nei suoi studi. Entrò un amico e gli chiese: “Stai lavorando?” “Nient’affatto, rispose, mi sto divertendo”. Risposta quasi scandalosa in epoca di modernità .

Il modo in cui lavorano i quattro di Oddities ha qualche analogia con questo episodio. La loro musica ricuce un tessuto fatto di arrangiamenti essenziali, temi sfrondati, diretti, il groove genuinamente funky di Open Key, le distensioni liriche di Sink Into Me, le fiammate di Cat Rondò. Ma anche la sobrietà di Once I Loved di Jobim, unico ma significativo standard del mazzo, reso con una saggia curvatura espressiva, che tocca un apice rovente per poi acquietarsi, forse – se stiamo al titolo – al ricordo dell’amore trascorso.

Non so se del jazz si possa dire che è jazz “acqua e sapone”, eppure, nonostante la presenza qua e là del pianoforte elettrico vagamente vintage, è un po’ questo il senso: niente coups de théâtre e grand guignol, centrometrismi improvvisativi e adrenaline virtuosistiche. Ma neanche manierismi da mainstream o sdilinquimenti lounge. Controllo, invece: un interplay empatico e un dosaggio sapiente (spontaneo si direbbe quasi, se la parola non fosse un filo troppo naïf) dei registri e delle dinamiche, delle intensità e delle temperature. Loro si divertono. E se poi, qualcuno si diverte anche fra chi ascolta, pazienza.

Giordano Montecchi

credits

released March 31, 2016

Arranged By:
#1#5 Samuele Garau - #2#4 Alessio Alberghini - #3#6 Enrico degli Antoni - #7 Oddities

Recorded on December 1 2014 at Full Digital Recording Studio By Nicola Ciarmatori
Mixed By Samuele Garau
Mastered By Riccardo Nanni
Produced By Oddities and A Simple Lunch
Ringraziamento Speciale a Scuola di Musica “Fra Le Quinte”, Cristiano Alberghini e Nicola Ciarmatori.
artwork di copertina Vanni Spazzoli
courtesy L'Ariete Artecontemporanea
design Valentina Nanni | W

license

all rights reserved

tags

about

a simple lunch Bologna, Italy

a simple lunch is music with no border.

a simple lunch is an indipendent self-managed label that offers to musicians a flexible way to develop their creations with autonomy and integrity.

We follow all the steps of the project, from the original idea to the recording, editing, mixing and mastering. We also control the graphic project, up to printing and the final distribution
... more

contact / help

Contact a simple lunch

Streaming and
Download help

Shipping and returns

Redeem code

Report this album or account

If you like Oddities, you may also like: